Così è come, ancora ad oggi, mi presento. Ciao, mi chiamo Eleonora, sono una traduttrice ma non traduco libri. Nell’immaginario collettivo, infatti, c’è l’idea che una traduttrice possa esclusivamente lavorare in ambito letterario, come se in altri contesti non ci fosse necessità di traduzioni.

La torre di Babele e le traduzioni

Simbolicamente la nascita della traduzione si fa corrispondere con la vicenda della Torre di Babele. Come narrato nel libro della Genesi, gli uomini che all’epoca parlavano la stessa lingua vennero confusi, per punizione, e iniziarono a parlare lingue completamente diverse non riuscendo più a comunicare tra loro. Questo rese impossibile ultimare la torre e portò la gente a disperdersi nel mondo.

Esistono leggende e documenti che parlano di traduzione fin dal 3000 a.C. Si tratta quindi di una professione che è sempre esistita e che nei secoli ha subito moltissimi cambiamenti a partire dagli scribi, primi traduttori, ad oggi con le traduttrici e traduttori freelance. 

Traduttrice non letteraria: una nuova professione

Essere traduttrice “non letteraria”, oggi, fa parte delle nuove professioni dell’ultimo decennio, motivo per cui spesso mi trovo a spiegare di cosa mi occupo quotidianamente.

In realtà, è abbastanza evidente che tutto ciò che ci circonda a partire da qualsiasi oggetto che utilizziamo ogni giorno, ha necessità di una traduzione. Pensa al dentifricio, allo yogurt che mangi alla mattina con i cereali e ai cereali stessi, al cellulare, la tua agenda, il libretto di istruzioni dell’auto, i cartelli stradali… se ci si ragiona, siamo circondati da traduzioni. Ecco perché non esiste solamente la traduzione letteraria ma i settori nei quali si ricorre alla traduzione sono moltissimi, soprattutto oggi grazie ad internet e ad un crescente utilizzo della tecnologia e di dispositivi di IA. 

Perché non traduco libri?

Amo leggere ma lo faccio per diletto e per svago. Non credo sarei mai riuscita a dedicarmi esclusivamente ad una traduzione letteraria, indipendentemente dal genere narrativo.

Quando ho avviato la mia attività di traduzione ho capito che non volevo buttare all’aria le competenze che avevo acquisito in più di 10 anni di lavoro ma che, al contrario, avrei voluto farle valere.

  • enogastronomia
  • turismo
  • marketing
  • siti web & e-commerce

Sono i settori che meglio conosco per passione e hobby (l’enogastronomia al primo posto) e per formazione professionale. Quindi, no, non mi occupo di traduzione letteraria e non traduco libri ma menu, brochure, siti web, e-commerce, locandine, newsletter, post.

Tradurre contenuti di questo tipo mi diverte tantissimo e mi permette di arricchire le mie conoscenze in vari contesti ogni giorno.

E tu, se ti occupassi di traduzione, in quale settore vorresti specializzarti?