Quando ho iniziato ad approcciarmi al mondo della traduzione, non sapevo quale fossero esattamente le differenze tra traduzione e localizzazione (anche detta localizzazione linguistica). In generale, si parla sempre della definizione di traduzione, di traduttori e traduttrici. Di localizzatori e localizzatrici se ne parla meno anche se sono altrettanto importanti, soprattutto da qualche anno a questa parte.

La principale differenza

Se la traduzione si basa principalmente sul trasformare un testo, di vario tipo, da una lingua all’altra e di assicurarsi che la lettura nella lingua cosiddetta “target” sia scorrevole e più naturale possibile, la localizzazione aggiunge un ulteriore dettaglio al tutto.

Si tratta di tenere conto del tipo di pubblico al quale è destinato un particolare testo per meglio capire quali parole utilizzare nella traduzione e/o tenere comunque conto delle tradizioni, delle usanze e linguaggio corrente di un Paese così da poter scrivere un testo sì grammaticalmente corretto e scorrevole, ma anche personalizzato e personale.

Cosa significa lavorare come localizzatrice?

Da quando lavoro come localizzatrice mi sento in parte traduttrice e in parte copywriter.

Il primo step è interfacciarmi con il cliente con una mini intervista per capire a chi vuole rivolgersi. Questo passaggio, come preannunciavo sopra, serve a capire quale sia il pubblico “target” e quali espressioni utilizzare.Compito della localizzatrice, o del localizzatore, è quello di personalizzare il messaggio di testo così da poterlo veicolarlo nella maniera più corretta.

Faccio ricerche su come gli utenti si esprimono, a seconda dei vari settori di traduzione, per capire come arrivare al pubblico in modo più immediato ed incisivo.

Perché puntare sulla localizzazione?

Molte aziende, oggi, hanno compreso il valore della localizzazione e del potere di personalizzare i testi.

A differenza del passato, infatti, dove nessuno si poneva domande sul modo più opportuno di comunicare.

Ecco che oggi ci si interroga se definire un cliente (se con la c minuscola o maiuscola) o su quale sia il miglior modo di rivolgersi al proprio pubblico (meglio dare del “lei” o del “tu”?).

È un lavoro che amo moltissimo, perché mi permette di continuare a rimanere aggiornata su argomenti di attualità, sullo sviluppo linguistico del mio e di altri Paesi e di usare anche un pizzico di fantasia!

Vuoi saperne di più sulla localizzazione o su come si diventa traduttrice? Scrivimi e facciamo quattro chiacchere!