Non è facile spiegare che professione sia quello della traduttrice. Spesso mi sono trovata a dover fronteggiare chi è convinto che al giorno d’oggi tradurre significhi semplicemente copiare un testo ed incollarlo nella finestra del traduttore “Google Translate”. Spesso io e alcune colleghe ci siamo ritrovate a passare intere pause caffè davanti ai traduttori automatici e agli strafalcioni che si leggono… questo argomento però, con qualche esempio pratico, merita un post a parte!

Per fortuna tanti Clienti riconoscono l’importanza di affidarsi ad un professionista che cui la traduzione in modo accurato e che studi ad hoc parola per parola. Alcuni perchè diffidenti, fin da subito, dei traduttori automatici e altri perchè, proprio dopo aver utilizzato uno strumento di traduzione immediata, hanno avuto riscontri negativi sul risultato della traduzione. In piemontese si dice “ciapa lì” (e credo che questo non abbia bisogno di traduzione!).

Inutile dire che tradurre è molto di più… è ricerca costante del settore per il quale si deve tradurre il testo, è studio della lingua straniera che è in continua evoluzione. Il lavoro della traduttrice è perlopiù solitario. Ore ed ore passate davanti al pc a maneggiare le parole, a plasmarle in base al messaggio che si deve far trasparire.

Per essere dei buoni traduttori non è solo necessario avere una conoscenza ampia della lingua “source”, quella dalla quale si traduce” ma anche, e soprattutto, di quella “target”. Bisogna conoscere le accezioni di ogni parola, le espressioni idiomatiche e non tradurre letteralmente il tutto.

Eppure, a distanza di tempo, noi traduttori ci troviamo ancora a spiegare il motivo delle nostre tariffe, di come riempiano le nostre giornate e che la capacità di rendere un testo da una lingua ad un’altra non è un’attività automatica nè sbrigativa. Anzi, io la considero una magia. Il potere di riuscire a trasmettere un messaggio da una lingua all’altra conservandone tutte le sfumature.