Questo articolo nasce da una conversazione che ho avuto con un’aspirante traduttrice, davanti ad un caffè, qualche mese fa. Nello stesso momento in cui spiegavo a lei i 5 step per organizzare il lavoro di traduzione di un sito web, mi sono resa conto che sarebbe stato utile spiegarlo anche ai clienti che hanno necessità di tradurre il loro sito web o e-commerce.
Poi, l’idea di questo post è finita in mezzo alla lista dei tanti che ho in mente di pubblicare sul mio blog ma con la nascita della seconda bimba, lo ammetto, ho un pochino trascurato questa parte.Ora che però sono tornata operativa, eccomi da dove avevo lasciato.
Quali sono i 5 step per organizzare al meglio la traduzione di un sito web?
Per prima cosa devo spiegarti che un sito web costituisce la mole di lavoro più importante, almeno nel mio caso, occupandomi di traduzioni di siti web, e-commerce, turistiche, marketing e enogastronomiche. Un sito web, infatti, è generalmente composto di più pagine (a meno che non si tratti di una singola landing page) e anche di diversi prodotti, nel caso di un e-commerce.
Fingiamo di aver ricevuto una richiesta di traduzione di un sito web, di aver inviato al cliente il preventivo e che quest’ultimo l’abbia accettato. Siamo quindi nella fase organizzativa della traduzione.
Primo step- Quantificare la mole di lavoro per organizzare la traduzione:
per strutturare il preventivo avrai sicuramente studiato il sito web già creato o analizzato i testi che ti ha fornito il cliente (o, in alcuni casi il copywriter o sviluppatore). Suddividi la mole di lavoro nei vari giorni, prestando attenzione ai contenuti del sito. Ci sono infatti pagine molto scorrevoli, che non contengono tecnicismi, ed altre con molte informazioni, prodotti vetrina ecc. Considera anche una parte dedicata alla ricerca terminologica che in alcuni casi potrebbe essere necessaria.
Secondo step- Fase operativa:
è quella che io definisco “caterpillar”, dove lavoro a testa bassa. Sono giorni di ricerche terminologiche, di tante parole che scorrono sullo schermo, di CTRL+invio per confermare sul CAT Tool le traduzioni corrette (questo lo spiegherò presto in un prossimo articolo, pulce nell’orecchio 😉 )
Terzo step- Revisione:
una volta terminata la traduzione, qualche giorno prima della consegna, effettuo una revisione della traduzione. I motivi? Per controllare che tutte le singole parti siano state tradotte, di aver scelto la terminologia migliore e che non siano presenti i refusi (perché quelli in qualsiasi testo mi saltano subito all’occhio… e mamma mia, che fastidio!)
Quarto step- Revisione in lingua:
se si tratta di una traduzione di un sito in inglese, francese, spagnolo o tedesco, invio l’elaborato ad una delle quattro colleghe madrelingua con le quali collaboro, così che possano rivedere il tutto. Una traduzione in lingua, infatti, deve essere sempre fatta o quantomeno rivista e approvata da un madrelingua, aldilà delle proprie conoscenze linguistiche.
Quinto step- Localizzazione:
è un qualcosa di cui si parla sempre più di frequente, anche in Italia. Si tratta di adattare il testo tradotto, utilizzando un linguaggio e glossario che si adatti alla tipologia di clientela che si vuole raggiungere. Ogni generazione, ogni categoria di lavoratore ha un proprio cliente-tipo a cui si riferisce. E per arrivare al cliente-tipo in modo diretto ed efficace, è necessario utilizzare termini adatti e persuasivi.
Vuoi saperne di più sulla traduzione o farmi domande per la traduzione del tuo sito web? Contattami, sarò felice di rispondere alle tue curiosità!