Quando mi chiedono che lavoro faccio alla risposta “sono una traduttrice freelance” noto espressioni di confusione. Non so mai se quello che genera più dubbi sia l’essere traduttrice o una freelance. Quando ho intrapreso questa carriera, ci ho messo un po’ a spiegarlo a tutti e a mia nonna in primis che di freelance non ne aveva mai sentito parlare. Alla fine della chiaccherata, però, mi ha detto “se fossi più giovane ci proverei anche io!”. Immagina la carica che mi ha dato.

È comunque una professione che, benchè non sia del tutto recente, sta riscontrando un enorme successo negli ultimi anni. I freelance sono tutti quelli che riportano la dicitura “impiegati presso sé stessi”. Sono infatti liberi professionisti con partita IVA che offrono i loro servizi e la professionalità acquisita a clienti pubblici, privati e aziende.

Siamo un gruppo enorme noi freelance: traduttori, consulenti, grafici, insegnanti indipendenti…. Questo è un percorso che può essere intrapreso in tantissimi ambiti diversi.

Il termine “freelance” deriva da freelancer worker, ovvero lavoratore indipendente. Questo termine pare sia anche stato utilizzato da Walter Scott, nel 1820, nel suo romanzo “Ivanhoe”, riferendosi ai soldati che non erano al servizio di un particolare signore ma di chiunque fosse disposto a pagarli. Insomma, dei mercenari.

Il crescente interesse per questa professione degli ultimi anni, come dimostrano social media e motori di ricerca, credo che potrebbe ancora aumentare nei prossimi mesi soprattutto in un momento come il dopo pandemia, fase di inflessione economica ed incertezza ma anche di riflessione, alla scoperta della possibilità di avviare una grande carriera come lavoratore autonomo.

La giornata tipo per un freelance paradossalmente…non esiste. Ogni giorno è infatti differente dal precedente. È proprio questo uno dei motivi che spinge sempre più persone ad avvicinarsi a questo percorso lavorativo che con la sua varietà quotidiana tiene lontana la monotonia. Tante cose da fare, tanti aspetti da gestire, diversi clienti, molte persone da conoscere.

Uno schema di base però ce l’abbiamo più o meno tutti, quindi ecco che riporto il mio.

Sveglia: alba. Per carità, iniziare la giornata così presto è una mia scelta e non un obbligo. Uno degli aspetti positivi dell’essere freelance è che nessuno ti corre dietro e che ci si può organizzare la giornata secondo i propri ritmi. I miei, benchè anni fa fossero completamente diversi e governati dalla pigrizia, nel corso del anni si sono anticipati e velocizzati di molto per riuscire a completare la giornata in modo soddisfacente, terminando tutto ciò che mi sono prefissata.

Dopo un allenamento con corsetta o allenamento in casa, se fuori piove e rischio di prendermi un lavandino colossale, faccio colazione e mi dirigo al lavoro. Ho la fortuna di andare in ufficio a piedi e questo mi permette di prendermi un momento di scarico post-allenamento e al tempo stesso di carica mattutina, pensando a tutto ciò che la giornata mi presenterà.

07:30/07:45-12:30: ufficio.

La prima cosa che faccio è mettere della musica di sottofondo che favorisca la concentrazione e che varia a seconda delle giornate. Ci sono dei giorni in cui preferisco una musica più ritmata e altri meno ma tra i primi posti della mia playlist ci sono sicuramente Ludovico Einaudi e Hans Zimmer, il mago delle colonne sonore di un numero indefinito di film. Il rock duro lo relego ai momenti di incazzatura a bomba oppure quando ho bisogno di una ventata di grinta prima di qualche evento.

La mia agenda parla per organizzazione a fasce, un metodo che ho scoperto di recente grazie al mitico Dario Albini, freelance anche lui, da molto più tempo rispetto a me, super esperto e che dà ottimi consigli su questa pazza e meravigliosa carriera. Se siete interessati ad approfondimenti sulla professione di freelance, sul sistema di organizzazione a fasce o se siete semplicemente curiosi, consiglio di seguirlo su Instagram https://www.instagram.com/dario_albini/ e di dare un’occhiata anche al suo sito http://www.darioalbini.com/

La concentrazione che ho di mattina è una cosa che nessuno riesce a togliermi. Nemmeno quando i colleghi del co-working nel quale ho l’ufficio mi passano davanti facendo la conga con brioches strafarcite ai 7 cioccolati o con un bicchierone fumante di caffè. Devo ammettere, per amor del vero, che c’è sempre qualche anima pia che si preoccupa di portarmene una tazzina.

12:30-13:30 pausa pranzo/momento personale. C’è stato un momento in cui avevo talmente entusiasmo e voglia di lavorare da accorciare la pausa a 20 minuti. Cavolata pazzesca, perchè arrivata a metà pomeriggio il mio cervello era completamente andato a funghi e non avevo la reattività né la concentrazione di cui invece avrei avuto bisogno. Quindi, cerco sempre di prendermi un bel momento di stacco per tornare a lavorare carica e concentrata e in modalità che i miei colleghi definiscono “caterpillar”. Non mi faccio distrarre da social, da ulteriori pause caffè e nemmeno dall’eventuale brioche superfarcita ai 7 cioccolati post-pranzo. Sono diretta a concludere la giornata rispettando la mia tabella di marcia.

Uso una parte del pomeriggio per fare corsi di formazione, guardare video o leggere contenuti che mi aiutino a crescere in questo percorso. Essere freelance significa aggiornarsi di continuo, mettersi in gioco, studiare (tantissimissimo!) e informarsi. Studiare non è un peso, nemmeno nelle situazioni di stanchezza, anzi, utilizzo i momenti di formazione proprio nei giorni in cui ho l’energia pari a zero per rendere la giornata produttiva perlomeno sotto un profilo cognitivo (anche questo, consiglio di Dario Albini! Ecco a cosa serve prendere come riferimento chi è più esperto di noi e che si mette a disposizione per elargire consigli).

Il resto del pomeriggio è dedicato alla seconda parte del lavoro e al network, al fare rete. Per farsi conoscere e dire al mondo che ci sei, è fondamentale stringere contatti e presentarsi.

Quando mi sono approcciata alla professione di traduttrice freelance sapevo che avrei fatto un lavoro che ha come principale caratteristica la solitudine. Benchè stia bene sia in compagnia che sola, ammetto che la cosa mi preoccupava un po’, soprattutto per il non poter condividere paure, dubbi, momenti belli e difficoltà con dei colleghi “fisici” che hanno il mio stesso ruolo.

Grazie ai social (Instagram e Linkedin soprattutto) ho scoperto tanti profili e persone che non conoscevo. Ho stretto contatti con alcuni di loro, ho scambiato opinioni, fatto domande, ringraziato per i contenuti illuminanti. A questo proposito, consiglio di ringraziare sempre perchè sono tanto più frequenti le volte in cui si dà tutto per scontato, perchè è bello far sapere ai diretti interessati il proprio apprezzamento, diffondere un pò di pacche sulla spalla e positività nel mondo!

In alcuni casi, con alcuni di questi nuovi contatti ci siamo scambiati anche confidenze e sono nate belle amicizie, pur non essendosi mai visti oltre allo schermo in videochiamata. Sembra quasi di tornare bambina, sotto un certo punto di vista, a quelle amicizie di penna che si stringevano con gli amici conosciuti al mare e con i quali ci si teneva in contatto durante l’anno scrivendo delle lunghissime lettere e sulla busta la preghiera “corri postino, corri!”.

Non mi sento mai sola ma circondata da una rete infinita di persone diverse che condividono le stesse passioni: chi la carriera di freelance, chi le lingue, la traduzione, o l’enogastronomia o i film.

Se l’ho gestita bene e non sono spuntati imprevisti e se non ho clienti dall’altra parte del mondo che richiedono una traduzione rispettando il loro fuso orario, la mia giornata finisce tra le 18:00-18:30. Sono tante ore, è vero ma tutte impiegate per me.

Quando torno a piedi verso casa con le luci del giorno che iniziano a spegnersi, tra il rosa e l’arancio, scarico la mente e faccio un bilancio mentale della giornata: cosa è andato bene, cosa è andato male, come posso migliorare. Ogni giorno da freelance mi consente di costruire un nuovo pezzo della mia figura professionale e personale, permettendomi di alzarmi ogni mattina in versione migliore rispetto al giorno precedente e questo, non ha prezzo.

Arrivo a casa, bacio al marito, coccole alle gatte che mi vengono a salutare e via, la giornata finisce… e sono già in trepidazione per quello che mi riserverà il giorno successivo.