Alla domanda “Come tradurre un menu?” molti risponderebbero “con il traduttore automatico!”. Attenzione però perché il traduttore automatico è uno strumento che può rivelarsi utile in certe situazioni ma, in particolare, non per la traduzione di menu.

Tradurre un menu: perché non usare il traduttore automatico

Sebbene nell’immaginario collettivo persista la convinzione che un traduttore automatico sia più veloce e conveniente di un traduttore “umano”, questa scelta può rivelarsi drammatica soprattutto quando ci si trova a dover tradurre un menu. Il traduttore automatico, infatti, lavora per algoritmi e istruzioni meccaniche. Ciò significa che una parola, una frase, corrisponde ad una specifica parola e frase, senza tenere conto del contesto, delle sfumature del testo, del target al quale ci si rivolge.

Facciamo una veloce traduzione e corrispondenza per capire meglio il concetto. Se vogliamo tradurre in inglese “farfalle al pomodoro”, il traduttore automatico ragionerà in questo modo:

farfalle > butterflies

al > to (preposizione di moto a luogo)

pomodoro > tomato

Ed ecco il risultato: il primo piatto viene tradotto in “butterflies to tomato”. Prova però a spiegare ad un inglese che il tuo menu non comprende davvero delle farfalle, nel vero senso dell’insetto, che vola verso un pomodoro. Oppure, che quello che proponi sono dei pomodori tagliati a forma di farfalla.

Come tradurre correttamente in inglese “farfalle al pomodoro?”

Una delle papabili traduzioni potrebbe invece essere “Farfalle (typical Italian pasta) with tomato sauce”. Ho volontariamente precisato “papabili” perché non esiste una traduzione assoluta. Questa è la particolarità di tradurre un meno o prodotti tipici. Tutto dipende da cosa il produttore o il ristoratore vogliono mettere in risalto.

Se si vuole porre l’accento sulla pasta fatta in casa, si tradurrà “typical home-made Italian pasta”, piuttosto che sul formato della pasta aggiungendo magari “round-shaped typical Italian pasta”, o ancora sulla preparazione del sugo al pomodoro con aggiunta di basilico “with tomato and basil sauce”.

Allo stesso modo, se si parla di spaghetti, esistono diverse traduzioni: si può lasciare spaghetti, decidendo se precisare o meno tra parentesi che si tratta di un particolare tipo di pasta lunga (anche se, dai, non credo che ce ne sia bisogno di specificarlo per gli spaghetti”), oppure chiamarli “noodles“.

Tradurre un menu non è quindi così semplice come si possa pensare e, a meno che tu non voglia lasciare un ricordo negativo e confuso ai tuoi clienti, è sempre più conveniente affidarsi ad un traduttore in carne e ossa, specializzato in food, che possa consigliarti al meglio sulla traduzione dei tuoi piatti.