Quando senti parlare di traduttore pensi a qualcuno testa bassa sulla sua scrivania sommerso da una mole indefinita di libri? Oppure hai un’idea più tecnologica di questa figura, davanti ad un pc e, a parte sapere che si occupa di traduzione, non sai esattamente quale sia il suo lavoro?
Chiariamo quindi alcuni concetti base su chi sono i traduttori, con relative verità e bugie su questa figura professionale.
- Se conosci e parli più di una lingua puoi essere un traduttore
Nè sì, nè no, è più un GNE. Conoscere più di una lingua è sicuramente una buona base di partenza per la professione del traduttore ma di certo non è sufficiente. Come detto più volte la traduzione è un ambito vastissimo e impiegato in tantissimi settori professionali. Ognuno di questi come ad esempio quello tecnico, di marketing, medico, giuridico, turistico, enologico, letterario (e ce ne sarebbero ancora tanti altri!) ha una propria terminologia. È quindi importante per essere un traduttore professionale avere anche un’eccellente conoscenza della terminologia del settore nel quale si è specializzati e, oltretutto, una più che ottima conoscenza della lingua “target” cioè verso cui si traduce. Se non ho una conoscenza propria della lingua, tradurre in modo eccellente è impossibile.
2. Un traduttore traduce in entrambi i sensi, ovvero, dalla lingua che ha studiato verso la sua lingua madre e viceversa.
Per il motivo spiegato nel primo punto, tendenzialmente no. Lo fanno i traduttori che sono bilingui, che hanno vissuto o che vivono ancora all’estero nel Paese parlante la lingua diversa da quella natia. In generale è preferibile tradurre esclusivamente verso la propria lingua madre (clausola per altro imposta da molte agenzie di traduzione, clienti privati e persino da freelance stessi)
3. Se sei un traduttore allora sei anche un interprete.
No, decisamente no. Sono due cose completamente differenti. Un traduttore si occupa della traduzione di testi scritti, in diversi ambiti ma di lingua scritta, in ogni caso. L’interprete invece ha il compito di lavorare con la lingua parlata. Nell’interpretariato che si può svolgere in diverse forme, bisogna avere oltre ad una proprietà di linguaggio molto vasta sia delle lingue, anche riflessi prontissimi!!
4. Fare il traduttore è un mestiere da fame.
È una delle prime cose che mi sono sentita dire quando ho deciso di intraprendere questa professione. Fa piacere come incoraggiamento vero?!! La risposta è che dipende da come la si svolge. Se a tempo perso, senza avere particolari accreditazioni o certificazioni, senza avere contatti con clienti privati e agenzie, bhe sì. Se invece svolta, come qualsiasi altra professione, a tempo pieno, per conto di agenzie di traduzione, come freelance, alla ricerca di clienti privati, no. È un mestiere molto soddisfacente sia dal lato professionale che economico. Certo, c’è da tirarsi su le maniche, e parecchio!
5. Ah ma tanto tra qualche anno i traduttori automatici ti rimpiazzeranno
Anche questa l’ho già sentita e sull’argomento ho dedicato un post ad hoc che se non hai ancora letto, potrebbe essere una buona occasione. Se ti interessa ti lascio qui sotto il link Traduttore automatico batte traduttore umano?
Come spiegato proprio qualche giorno fa, la traduzione automatica (quella di Google Translate, per citare la più famosa ma ce ne sono tante altre) non soppianeterà mai un traduttore umano. Il traduttore automatico non ha imparato la lingua ma la traduce per mezzo di algoritmi. Non riesce quindi a riconoscere tutti i modi di dire, le espressioni idiomatiche, i proverbi e nemmeno le emozioni. Quindi serietà, tristezza, sarcasmo, ironia…. non vengono assolutamente riportate in una traduzione. È un potente mezzo per una traduzione privata ed immediata ma che non hai necessità di far leggere ad altri, soprattutto non ai tuoi clienti!
6. I traduttori professionisti sono tutti certificati.
In Italia non esiste un ordine dei Traduttori ufficiali nè un albo dei professionisti. Ci sono però associazioni molto valide come AITI, ANITI ed altre che raggruppano i traduttori all’interno del loro ordine e che danno la possibilità di ricevere una certificazione. Non è però un’iscrizione obbligatoria.
7. I traduttori traducono una pagina al giorno
Normalmente le traduzioni vengono calcolate a parole o a cartelle. Una parola italiana equivale a 6,8 battute dove i 6,8 sono i tasti per scrivere le lettere, considerando anche gli spazi. Una cartella comprende circa 218 parole italiane. La velocità e la rapidità di traduzione ovviamente dipendono dal traduttore stesso. Ci sono traduttori che lavorano 300 parole al giorno mentre altri che arrivano anche a 10.000. In media, si traducono tra le 2.000 e le 3.000 parole al giorno.
8. Per essere un traduttore ti basta solo conoscere bene word e i programmi di scrittura base.
Qui casca l’asino. Speravi, futuro traduttore, eh? Invece no. Per essere un traduttore professionista bisogna sicuramente sapere come utilizzare bene i programmi di scrittura (e scrivere veloce) ma ti sarà anche chiesto di verificare l’impaginazione di un contenuto, di rivedere il testo non tradotto da te, di tradurre utilizzando i programmi di traduzione più comuni, i cosiddetti CAT Tool (Computer Assisted Translation o Traduzione assistita dal computer). Ti ritroverai quindi ad essere anche in parte grafico, in parte correttore di bozze ed editor.
9. Se sei un traduttore freelance basta che trovi un paio di clienti grossi e sei a posto.
Essere freelance vuol dire in primo luogo diversificare sia a livello di clientela che di competenze. Se speri di poter ridurre i tuoi sforzi al minimo per farti conoscere, fare network, trovare clienti e, una volta trovato un paio di importanti clienti poterti accomodare sulla tua sedia professionale da traduttore, purtroppo devo dirti che non andrà così. Un traduttore freelance deve reinventarsi, mettersi in gioco ogni giorno, così come qualsiasi altro freelance di altri ambiti.
10. Puoi fare il traduttore nel tempo libero e poi appoggiarti ad un lavoro fisso come primo impiego
Va bene se si vuole imparare ma per essere un traduttore al 100% bisogna impiegare tanto tempo e risorse. Non solo è necessario dedicare tanto tempo alla traduzione, da consegnare sempre in orario e nel giorno prestabilito per poter essere considerato un professionista e affidabile ma anche alla formazione. Hai presente quando parlavo nei primi punti della terminologia di ogni settore? Ecco, questa è in continua evoluzione e non si ferma ad un dizionario. La lingua è qualcosa che muta nel corso dei mesi ed è necessario starle dietro con lo studio. La traduzione è un lavoro a tempo pieno, soprattutto se fatto da freelance.
Spero di averti chiarito alcuni concetti e preconcetti sui traduttori. Ed io?
Sono una traduttrice ed interprete dall’inglese, francese, spagnolo all’italiano e creatrice di contenuti, in italiano, freelance. Se hai qualche domanda, curiosità o se ti interessa una collaborazione con me scrivimi a eleonora.pezzana@hotmail.it
Sarò felicissima di poter rispondere alle tue domande!
Articolo molto interessante. Complimenti
Passa nel mio blog se ti va 😉
Grazie! Certo, faccio un salto 😉