L’italiano e l’inglese sono due lingue parlate da milioni di persone in tutto il mondo ma presentano differenze notevoli sia a livello grammaticale che fonetico. Imparare l’inglese, così come qualsiasi altra lingua straniera, richiede un distacco dalla lingua madre e un’apertura mentale per comprendere le strutture e le logiche linguistiche che governano la nuova lingua. In questo secondo viaggio tra le lingue, tra italiano e inglese, parlo delle similitudini e delle differenze tra le due lingue straniere, facendo luce anche sulla nascita, la crescita e l’evoluzione di entrambe.

Cenni Storici: Le Origini dell’Inglese e dell’Italiano

L’Italiano

L’italiano ha radici molto antiche, poiché è una lingua romanza, che deriva dal latino volgare, parlato dalle classi popolari durante l’Impero Romano. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel V secolo, la lingua latina si frammentò in numerosi dialetti, a seconda delle regioni. L’italiano, come lo conosciamo oggi, si sviluppò principalmente dalle parlate toscane, in particolare dalla lingua letteraria di Dante Alighieri, Petrarca e Boccaccio nel XIV secolo. L’unità linguistica italiana si consolidò nel XIX secolo, con la diffusione della lingua attraverso la letteratura, l’educazione e l’amministrazione pubblica.

L’Inglese

L’inglese, al contrario, ha una storia più complessa a causa delle diverse ondate di influenze linguistiche a cui è stato sottoposto. È una lingua germanica, che discende dalle lingue parlate dai popoli anglosassoni, che invasero l’Inghilterra nel V secolo. Tuttavia, l’inglese ha subito pesanti influenze latine e francesi, specialmente dopo la conquista normanna del 1066. L’inglese antico (Old English) era molto diverso dall’inglese moderno e suonava quasi incomprensibile per un parlante contemporaneo. Con il tempo, l’inglese ha assorbito un gran numero di parole dal francese, dal latino e da altre lingue, diventando una lingua molto più ricca e complessa.

Differenze Grammaticali e Strutturali

Una delle principali sfide nell’apprendimento dell’inglese per i parlanti italiani è la struttura grammaticale. Vediamo alcune delle differenze più rilevanti.

1. Articoli Determinativi e Indeterminativi

In italiano, gli articoli determinativi (“il”, “la”, “i”, “le”) e indeterminativi (“un”, “una”, “dei”, “delle”) concordano in genere e numero con il sostantivo. Ad esempio:

  • Il libro (maschile singolare)

  • La casa (femminile singolare)

  • I libri (maschile plurale)

  • Le case (femminile plurale)

In inglese, invece, l’articolo determinativo è “the” per tutti i generi e numeri, e non esistono articoli indeterminativi che concordano in genere. L’uso di “a” e “an” come articoli indeterminativi dipende solo dalla fonetica della parola successiva:

  • The book

  • The house

  • A book

  • An apple

2. Congiuntivo

Il congiuntivo è una forma verbale che in italiano è usata per esprimere dubbi, desideri, opinioni e situazioni ipotetiche. In inglese, il congiuntivo non esiste come forma verbale distintiva e viene spesso sostituito dal modo indicativo. Ad esempio, in italiano diremmo:

  • Spero che tu venga (verbo al congiuntivo) In inglese, si traduce con:

  • I hope you come (verbo al presente indicativo).

3. Ordine delle Parole

In italiano, l’ordine delle parole è relativamente flessibile grazie alla concordanza tra soggetto, verbo e complemento oggetto. Ad esempio:

  • Mangio una mela o Una mela mangio (entrambi corretti).

In inglese, l’ordine delle parole è più rigido e segue la struttura Soggetto + Verbo + Oggetto (SVO):

  • I eat an apple.

4. Preposizioni

Le preposizioni in italiano sono più complesse rispetto all’inglese, dove si utilizzano un numero minore di preposizioni per esprimere lo stesso significato. In italiano, le preposizioni si fondono con gli articoli, creando forme come “del”, “alla”, “nei”, ecc. Ad esempio:

  • Vado alla scuola (in italiano si usa “alla” per indicare direzione).

In inglese, la stessa frase sarebbe:

  • I go to school (con “to” come preposizione).

Differenze Fonetiche: La Pronuncia

Un altro ostacolo nell’apprendimento dell’inglese per i parlanti italiani è la pronuncia che è spesso irregolare e difficile da predire. In italiano, la pronuncia delle parole è generalmente più regolare e segue le regole ortografiche. Ogni lettera corrisponde a un suono ben definito, e non ci sono grandi eccezioni.

In inglese, invece, molte lettere e combinazioni di lettere hanno suoni diversi a seconda della parola in cui compaiono. Ad esempio:

  • Through (la “th” suona come una “θ” non esistente in italiano).

  • Cough (la “gh” suona come “f”).

  • Though (la “gh” è muta).

Inoltre, l’inglese presenta diversi suoni vocalici che non esistono in italiano, come le vocali lunghe e corte. La stessa lettera può avere diverse pronunce a seconda della parola in cui si trova:

  • Beat /iː/ (vocale lunga)

  • Bit /ɪ/ (vocale breve)

Perché Non Bisogna Fare Paragoni Diretti

Imparare una lingua straniera come l’inglese richiede un distacco dalla propria lingua madre, l’italiano, e una nuova apertura mentale. Fare continui paragoni tra le due lingue può portare a errori, perché spesso le strutture grammaticali e fonetiche sono completamente diverse. Se ci si sforza di trasporre direttamente regole italiane in inglese, si rischia di non comprendere appieno la logica della lingua e di commettere errori. Ad esempio, cercare di usare la forma del congiuntivo in inglese porterà spesso a frasi grammaticalmente errate.

Inoltre, la pronuncia inglese richiede un’attenzione particolare, poiché non basta leggere una parola per sapere come pronunciarla, come accade in italiano. La difficoltà principale sta nel fatto che l’inglese è una lingua eterogenea, con molte influenze da lingue diverse nel corso della sua evoluzione.

Conclusioni

In sintesi, sebbene l’italiano e l’inglese abbiano alcune somiglianze, soprattutto per quanto riguarda il lessico (dovuto alle influenze latine e francesi), le differenze grammaticali e fonetiche sono notevoli. La comprensione di queste differenze, insieme alla consapevolezza storica della nascita e dell’evoluzione delle due lingue, può aiutare gli studenti a superare le difficoltà iniziali e ad avvicinarsi con maggiore apertura mentale all’apprendimento dell’inglese. Solo distaccandosi dalle strutture e abitudini linguistiche della propria lingua madre sarà possibile padroneggiare una lingua straniera in modo efficace.