È successo a tutti, in primis a me. Nei giorni scorsi ho raccolto alcuni commenti di amici e colleghi che mi hanno raccontato la loro esperienza sullle incomprensioni linguistiche.

Esperienze di incomprensioni linguistiche

Eleonora: Avevo circa 15 anni e mi trovavo con i miei genitori in Francia, a Lafayette Gourmet il ristorante-buffet del noto grande magazzino francese. Ero in coda, con il mio vassoietto tra le mani e l’agitazione pervadeva tutta la mia mente. Ero molto, molto timida e l’idea di esprimermi in un’altra lingua, in mezzo a tanti stranieri, non mi faceva esattamente sentire in un momento di comfort.

Quando arrivò il mio turno cercai di dire con tutta la chiarezza possibile “Un hamburger, s’il vous plaît”. La reazione del cuoco mi lasciò perplessa. Anziché sorridere e appoggiare quel gustosissimo pezzo di carne sul mio piattino, continuava a fissarmi chiedendomi di ripetere. Dissi la stessa frase, con tono più alto, nell’incertezza che non mi avesse proprio sentita. Per questo, indicai con il dito l’hamburger, certa che a quel punto avrebbe capito. Niente da fare, sempre la stessa reazione. La situazione non si sbloccò per un paio di minuti, fino a quando un signore in coda dopo di me intervenne dicendo “Un steak-haché… elle veut un steak-haché“. A quel punto il cuoco disse qualcosa rispetto al fatto che aveva perso tempo a capire cosa volessi quando in realtà non sapevo esprimermi correttamente.

Ok, vero. In Francia l’hamburger non si chiama così ma steak-haché ma…. veramente non ho dato modo al cuoco di capirmi?

Vanessa: avete mai provato a chiedere una bottiglia di acqua in Francia? “Une bouteille d’eau, s’il vous plaît”. Non so se più complesso pronunciare correttamente bouteille o eau. Fatto sta che questo è accaduto a Vanessa, la mia amica più datata e con la quale sono cresciuta dall’asilo, mentre si trovava in vacanza in Francia con me ed i miei genitori in camper. Non ricordo se la bottiglietta d’acqua ce l’hanno data o meno ma so perfettamente che abbiamo veramente fatto fatica a farci capire, che ci siamo arrabbiate e ci abbiamo anche riso su tantissimo.

Marta: una collega traduttrice, racconta invece di quando si è trovata in Germania e aveva necessità di cercare la Dresdner Bank. Pronunciata con la e aperta, anziché chiusa, nessuno l’ha capita ed è stato in grado di aiutarla.

Stefano e Vanessa: torniamo in Francia dove questi due cari amici, mi hanno spiegato l’incomprensione linguistica nella quale sono incappati. Al ristorante, dopo aver ordinato lui una pizza e lei un’insalata si vedono arrivare al tavolo l’ordinazione con tanto di piatto di “la pâte” (la pasta), che non avevano ordinato. Lì per lì cercano di spiegare alla cameriera che quel piatto in più deve trattarsi di un errore e dopo un dialogo con la cameriera ed il suo francese a velocità supersonica, la situazione si è risolta con il cuoco che è uscito in sala per spiegare che con quell’insalata veniva anche servito un piatto di spaghetti a parte. Sarebbe bastato dire “spaghetti” per farsi capire, certo.

Le conseguenze delle incomprensioni linguistiche

studiare le lingue

Tutti questi episodi di incomprensioni linguistiche hanno contribuito, in qualche modo, ad innalzare due barriere:

  • il cosiddetto “blocco linguistico
  • l’astio nei confronti di una popolazione in toto

Ma… ha senso sviluppare questi limiti?

Partiamo dal blocco linguistico. Essere messi alla prova su una lingua diversa dalla propria e vedere che da parte del nostro interlocutore non c’è il benché minimo sforzo per venirci incontro, non ci aiuta nell’acquistare più sicurezza quando parliamo una lingua straniera.

Ecco perché sempre più spesso mi capita di ricevere richieste di corsi di conversazione. Molti corsisti hanno buone basi grammaticali, di ascolto e di pronuncia ma non sono più in grado di articolare un discorso perché, al momento opportuno, si vergognano di farlo. Il blocco linguistico, infatti, non è altro che quell’ostacolo che ti impedisce di inserirti in un discorso con stranieri con scioltezza.

Non c’è nessuno che è madrelingua in tutte le lingue o che ha una pronuncia così perfetta da nascondere le inflessioni della propria lingua madre. Per di più, non provando ad esprimersi, non si sbaglia, non si impara e di conseguenza, non si migliora.

Passiamo ora al secondo punto: pensare che se qualcuno non è disposto ad aiutarti, nessuno di quel luogo lo farà.

Non sono mai stata fan del fare di tutta l’erba un fascio. Amo le sfumature, non vedo mai tutto nero bianco.

Se in Francia troviamo qualcuno che non ci aiuta, non possiamo prendercela con tutti i francesi. Allo stesso modo in Germania, o in altre parti del mondo. È vero che alcuni popoli sono molto più patriottici rispetto a noi, anche nei confronti della propria lingua madre ma se ben ci pensiamo, anche alcuni di noi italiani hanno finto di non capire in alcune situazioni. Ho personalmente assistito a scene di italiani che hanno finto di non capire un connazionale con inflessione marcata del proprio dialetto o stranieri.

Conclusioni

Non trovate che le diversità linguistiche siano estremamente divertenti e affascinanti? Il modo in cui noi pronunciamo la parola “stage” (erroneamente con la e in mezzo e non con la a, come dovrebbe essere), o quello in cui un inglesi dice “spaghetti” (spagheri) o “grazie” (grazi).

Per queste ragioni credo che più che un comportamento tipico di un Paese, sia un un atteggiamento caratteriale che varia da persona a persona. A mio parere, sbagliato e che non giustifico assolutamente ma che non debba indurci a pensare che tutti siano fatti nello stesso modo.

Superare il blocco linguistico che queste situazioni contribuiscono a generare sta a noi. Per quanto mi riguarda, una volta abbattutto questo limite linguistico che mi ero auto-inflitta, ho iniziato ad apprezzare le esperienze linguistiche che in principio mi sembravano così negative. E ci ho anche riso sopra.

In fin dei conti mi hanno permesso di imparare a pronunciare correttamente sia “bouteille” che “eau” e ad ordinare un hamburger in Francia, con estremo piacere e scioltezza.

E tu, cosa ne pensi?

A proposito, vuoi saperne di più sul corso del blocco linguistico? 

Dai un’occhiata ai miei corsi e scrivimi per parlare della tua esperienza 🙂