Dal precedente post sullo stesso tema ho capito alcune cose: non sono l’unica ad aver avuto problemi di timidezza nel parlare una lingua straniera ed essermi trovata di fronte ad un blocco linguistico. Siamo stati in molti ad averlo già abbattuto e dai messaggi che ho ricevuto molti altri vogliono intraprendere questo percorso.
Alcuni riconoscono che il blocco non è legato ad un fattore di timidezza ma che nonostante lo studio e tanta applicazione, non riescono a sostenere una conversazione in modo fluido e disinvolto.
Il trucco per superare una difficoltà sta nel capire cosa c’è alla base di essa ed elaborare dei metodi risolutivi.
Per prima cosa è necessario fare una premessa sulla differenza tra apprendimento e acquisizione di una lingua. L’apprendimento è tutto quello che riguarda lo studio delle regole grammaticali, dell’ortografia e della sintassi che si apprende perlopiù a scuola o grazie a corsi di lingua. Acquisire una lingua invece è ben diverso. È fare in modo che l’orecchio si abitui ai suoni di un’altra lingua, all’inflessione delle parole, alla cadenza del parlato e può avvenire solamente grazie all’ascolto e alla pratica della conversazione.
A livello fisiologico però esistono delle reali difficoltà per cui si fatica ad apprendere una lingua. Sono difficoltà oggettive che possono essere affrontate con l’esercizio e soprattutto capendo in cosa consistono. Questi fattori si ricollegano agli studi di Krashen&Terrel relativi al cosiddetto “affective filter” e di Tomatis sull’orecchio “sordastro”.
Cos’è l’ “affective filter”?
Secondo gli studi di Krashen&Terrel all’interno del cervello umano esistono dei filtri che cambiano in ognuno di noi. In alcuni questi filtri sono meno accentuati cioè “bassi” e fanno sì che in questi soggetti il livello di ansia, di percezione del giudizio altrui sia molto ridotto. Questo, per quello che ho già scritto nel precedente post, consente l’apprendimento di una lingua straniera in modo più rapido perchè non si teme di sbagliare e non si vede l’errore come un fallimento.
In altri soggetti invece dove il filtro è più marcato, quindi più “alto”, il timore di brutte esperienze è maggiore e blocca la libera espressione. In alcuni casi provoca anche la balbuzie.
Chi di voi sta leggendo ora e sta pensando “ah ecco perchè!!” ??
Ma aspettate… c’è ancora il secondo motivo oggettivo che ci può causare questo blocco. È l’orecchio “sordastro” come definito da Tomatis, un giovane specialista otorino. Nel 1957 Tomatis si concentrò su un esperimento che fu per tutti una grande rivelazione: come le note musicali anche il parlato e le lingue straniere hanno gli stessi toni di base (dai 125 ai 250 Hz circa). I toni armonici invece, ovvero la successione di suoni hanno frequenze che sono multipli della nota di base. È in questi toni armonici che sta la difficoltà. Alcune lingue, come l’inglese, utilizza dei suoni ad alta frequenza che vanno dai 2000 ai 12000 Hz che noi italiani non riusciamo a sentire.
Il cosidetto “orecchio sordastro” a forza di ascoltare noi stessi e le persone della nostra lingua madre che ci circondano si abitua infatti a sentire altre frequenze. Per riportare un dettaglio scientifico l’orecchio “italiano” è abituato ad ascoltare suoni che vanno dai 1500 ai 3000 Hz. Se non riusciamo a percepire particolari suoni come quelli dell’inglese che ha toni più alti, come possiamo pensare di riprodurli?
Ecco spiegato il motivo per cui l’inglese sia una lingua più semplice di altre da apprendere a livello grammaticale ma non lo sia affatto per un questione di orecchio e di conversazione.
Questi due motivi oggettivi non devono però essere un motivo di facile resa ma anzi, devono spingerci ad allenarci nell’ascolto e nella conversazione. Se ci sforziamo di abituare l’orecchio a suoni di lingue diverse dalla nostra e a percepire anche i suoni più alti, non ci sarà difficile in un tempo ragionevole riuscire a parlare in modo corretto. Quando mia zia, ex-insegnante di inglese, continuava a ripetermi di allenare l’orecchio non aveva tutti i torti!!
Se oltre ad avere un filtro “alto”, l’orecchio “sordastro”, ci troviamo anche ad avere un bel blocco emotivo legato alla paura di fare errori per via di esperienze passate, la cosa si complica. Ma non è comunque insuperabile.
E siccome questo post è già abbastanza lunghetto, per non annoiarvi vi riassumo un elenco di consigli utili, alcuni dei quali ripresi dal post precedente, per abbattere una volta per tutte questo blocco linguistico e tuffarsi con disinvoltura nel mondo!
- Smetterla di pensare che gli “altri” siano pronti a giudicarci e ad ascoltare i nostri errori di grammatica o pronuncia.
- Lanciatevi nella conversazione. Se fate errori e qualcuno dei vostri uditori sarà così gentile da correggervi, tanto meglio. State certi che la correzione vi rimarrà in testa… e non fatevi bloccare per questo appunto che vi hanno rivolto!
- Non concentratevi troppo e soltanto sulla grammatica. Per imparare una lingua è assolutamente necessario metterla in pratica da subito, allenare l’orecchio ai suoni e conversare. Se ne avete la possibilità selezionate un corso che offra conversazione e grammatica in modo equilibrato.
- Allenarsi ad ascoltare: concentratevi su quello che vi stanno dicendo e prendetevi qualche nanosecondo per rispondere. Non fate l’errore di pensare già a cosa rispondere mentre ancora vi stanno parlando.
- Non atteggiarsi come un madrelingua ma scandire bene le parole. La velocità nel parlato arriverà poi con tanta pratica e se non arriva, pazienza. Date più importanza a come pronunciate i singoli suoni piuttosto che essere gli speedy gonzales della conversazione.
- Sorridete e divertitevi… parlare un’altra lingua è bellissimo! In quel momento state costruendo un ponte di parole tra voi e un’altra persona, di un altro Paese e cultura. Siete fortunatissimi a poterlo fare!