Parlare una lingua straniera per alcuni è innato e ci si tuffano a capofitto, per altri invece è uno scoglio da superare non tanto per un fattore linguistico quanto per un blocco anche detto blocco da prestazione linguistica.

Io da amante delle lingue straniere e che con queste oggi ci vivo, ovviamente non appartengo al primo gruppo ma al secondo e sì, ho fatto una fatica pazzesca ad imparare come superare questo ostacolo. Quindi, fidatevi, tutto ciò che elencherò qui sotto non solo è scientificamente provato ma è stato testato in prima battuta da me.

Ricordo perfettamente la prima volta in cui  l’ho percepito. Avevo circa 11 anni ed ero in vacanza con i miei genitori, a Parigi. Ai grandi magazzini “Lafayette” c’era la possibilità di approfittare di un bellissimo self service sulla terrazza di uno dei due edifici. Arrivata al mio turno di ordinare, il cuoco francese mi chiese cosa preferissi tra un hamburger e un altro secondo… Io risposi “Un hamburger, s’il vous plaît” indicando un hamburger succosissimo. Il cuoco non battè ciglio, anzi, mi guardò con aria  quasi indignata di ripetere. Io, così feci e dissi lo stesso che avevo chiesto, indicando lo stesso hamburger (N.B: c’erano due vassoi, non è che ci si potesse sbagliare più di tanto…). Di nuovo, mi guardò, sogghignando e sbofonchiando qualcosa con lo chef accanto e rispondendomi che non capiva. Un signore francese, molto gentile, a quel punto, considerato il notevole imbarazzo che si era creato tra me e la coda bloccata alle mie spalle, intervenne e dice “Elle veut un steak s’il vous plaît” (steak è la traduzione francese di hamburger). Grazie al cielo quel signore venne in soccorso mio e del mio pranzo… Da lì però fu linguisticamente un percorso in salita.

Come superare il proprio blocco linguistico?

In primo luogo: chiarire di cosa si ha paura o cosa ci sta bloccando

Nel 99% dei casi tra le risposte ci sarà il timore di fare errori, di dire cose che non hanno senso o di vedere un’espressione incerta condita da un imbarazzante silenzio sul volto del nostro interlocutore. Il tutto si riassume con la paura del fallimento. Chi non ha paura di fallire? È però importante iniziare a definire cosa sia il fallimento. Di certo non lo è fare degli errori linguistici in una lingua che non è nemmeno la nostra lingua madre. In questi casi, anzi, gli errori è giusto farli perchè questo è uno dei metodi di apprendimento più efficaci. Quindi, un bel respiro, liberate la mente…. basta pensare che chi ci ascolta sia lì a giudicare e via!

Un secondo passo da compiere è ascoltare che è ben diverso da sentire. Sentire significa udire dei suoni ma non prestare attenzione a ciò che ci viene detto, anche nella nostra lingua e a pensare già alla risposta che possiamo dare più che a concentrarsi su quello che ci viene detto. È importante iniziare a farlo già nella nostra madrelingua; questo ci consentirà di prendere questa abitudine e di conservarla anche durante un colloquio in lingua straniera. Dopo aver ascoltato la domanda, pensiamo un attimo alla risposta e rispondiamo. Il processo si velocizzerà in automatico, via via che ci si prenderà la mano. Meglio prendersi qualche nano secondo in più di riflessione piuttosto che rispondere roma per toma o parlare sopra al nostro interlocutore!

Ascoltare vuole anche dire esercitarsi nella conversazione e nel comprendere i suoni della lingua. Ad oggi ci sono migliaia di risorse per poterlo fare: film in streaming, musica straniera, podcast di ogni tipo…. tutto serve ad allenare l’orecchio a fonie differenti dalla nostra lingua.

Non pensare ad atteggiarsi subito come un madrelingua parlando veloce, mangiandosi le parole e rischiando così di non far realmente capire quello che si sta dicendo. Parlare una lingua straniera e non essere madrelingua non è un difetto, anzi. Fatene un vanto! Nonostante non sia per niente facile studiare una lingua sia per lo sforzo che ci sta dietro a livello di impegno, sia per questi aspetti di ansia, siete comunque lì ad affrontarli. Parlate lentamente, alla vostra velocità, scandendo bene le parole. La spigliatezza nei suoni verrà successivamente… 🙂

Ricordatevi di sorridere e conservate la vostra personalità anche mentre vi esprimete in un’altra lingua. Un bel sorriso aiuta comunque già a porsi in modo positivo. E se incontrate qualcuno che vi risponde male? Pazienza… ricordiamoci che i maleducati esistono sia nella loro lingua che in un’altra (e che non è nemmeno detto che, a differenza di voi che ci state provando, lui sappia parlare qualche altra lingua all’infuori della sua)

Morale? Che oggi io non ho più paura di esprimermi, con nessuno e in nessuna lingua e quella “steak”, mamma mia se era buona!!!